Risparmiare l’ambiente, risparmiando energia

Esperienza del Parlamento Regionale degli Studenti, importante per l’affermazione dei seguenti concetti e delle azioni conseguenti:

  • concetto di partecipazione (mi riguarda)
  • concetto di rappresentanza (comunicazione nelle scuole)
  • concetto di responsabilità
  • concetto di diversità (punto di vista, confronto, agorà)
  • concetto di identità cives: dare senso e significato al proprio agire
  • affermazione di un sapere produttivo non solo riproduttivo: progettare le proprie azioni e gestirne le conseguenze,
  • affermazione di una cultura del fare e del dire,
  • promuovere il passaggio dalle conoscenze, alle competenze (saper fare), alle capacità (valori),
  • i valori scaturenti dalla riflessione teorica, devono diventare criteri capaci di orientare l’azione, di determinare scelte e decisioni costituenti il momento prassico (il fare);
  • consapevolezza del ruolo della scuola nel territorio (concetto di scuola albero),
  • non più educazioni ma nei curricoli, riscoperta del senso sociale delle discipline (storia, geografia, scienze, ma anche matematica…) attraverso una ridefinizione del loro episteme e del loro aspetto interdisciplinare, spostandole dai profili specialistici alla formazione di base;
  • sentirsi parte di una comunità, senso del cum, dell’intraprendere azioni per fini comuni, cultura deriva da cultus participio passato di colère: cura, attenzione, premura, dedizione, collaborazione…
  • ambiente: la parola deriva da ambo ire,
  • illuminare il futuro:  ricordarsi che “il futuro non è più quello di una volta”,
  • risparmio/spreco cultura dell’avere/essere.

Ogni scuola partecipante dovrebbe:

  • Costituire un gruppo di ricerca permanente
  • Individuare Consigli di classe disposti a sperimentare
  • Progettare strategie di diffusione e di condivisione
  • Inserire il progetto nel P.O.F.
  • Costituire reti con le altre scuole toscane che hanno operato queste scelte.

La scuola può esercitare questo suo ruolo centrale con diverse azioni:

  • partire dalla struttura epistemologica delle discipline (Bruner)
  • consolidare le discipline, approfondirle, ripensarle nel loro sviluppo
  • stabilire che cosa è irrinunciabile a livello di conoscenze
  • scegliere nuclei conoscitivi forti
  • delineare percorsi intesi come esemplificazione di POCHE conoscenze
  • scelta concepita non come riduzione del sapere ma approfondimento, ripensamento in funzione della cittadinanza (esempio geografia),
  • individuare livelli soglia su cui orientare la progettazione
  • riscoperta del senso sociale delle discipline (storia, geografia, scienze, ma anche matematica, ecc.) attraverso una ridefinizione del loro episteme e del loro aspetto interdisciplinare, spostandole dai profili specialistici alla formazione di base;
  • considerare le conoscenze mai separate dalle competenze
  • la competenza si colloca dopo il contenuto o è contemporanea?
  • la conoscenza è in funzione della competenza?
  • inquadrare tutto in una logica sistemica: formare intelligenze competenti che siano capaci di conoscere e di usare le conoscenze per agire
  • individuare il senso del possibile (che cosa possiamo insegnare per fare acquisire significati in direzione della cittadinanza e come?)
  • attivare una riflessione epistemologica, metodologica (operatività, realtà esperenziale, espressività…) e valoriale
  • valori da costruire con coerenza
  • costruire processi centrati sugli alunni e le loro diversità, sulla qualità, sul rigore, sulla lentezza, sulla riflessività (autovalutazione, metacognizione), sull’esperienza del soggetto,
  • sperimentazione di una sorta di esplosione delle discipline capace di intercettare e rispondere alla domanda del territorio, cercando di avvicinare l’offerta alla domanda, in base ai criteri di adeguatezza e applicabilità, con garanzia del passaggio dal particolare al globale;
  • conoscenza delle competenze chiave richieste dall’Europa;
  • assunzione da parte delle scuole di una effettiva leadership culturale e istituzionale nel territorio;
  • garanzia della continuità delle azioni;
  • adozione di un’organizzazione modulare sempre più flessibile e più aperta a integrazioni e sviluppi, per costruire intrecci sempre più forti tra percorsi formali e non formali.

Considerare bene il tutto anche nella prospettiva delle otto competenze chiave richieste dall’Europa:

  • comunicazione nella madrelingua
  • comunicazione nelle lingue straniere
  • competenza matematica e competenze di base in scienza e in tecnologia
  • competenza digitale
  • imparare a imparare
  • competenze interpersonali, interculturali e sociali e competenza civica
  • imprenditorialità
  • espressione culturale.