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Non esiste un contenitore che si chiami “disagio giovanile” che unifichi il ragazzo della “Vucciria” di Palermo e quello dei “Parioli” di Roma: o il “bullo” e “l’anoressica”. Sarebbe insensato mettere insieme nello stesso calderone due diciottenni, uno universitario a Napoli e uno immigrato indiano che lavora a Milano. Esistono i giovani solo dal punto di vista anagrafico? O sono una finzione letteraria? Il tema è complesso. Occorre capire che esistono comunque forme specifiche di disagio, oppure di sofferenza, di emarginazione e che bisogna partire dalla comprensione delle differenze, nelle manifestazioni, come nell’origine e nel trattamento. L’intento degli autori e dei curatori di questo libro è contribuire alla formazione degli insegnanti cercando di dar loro consapevolezza del problema nelle sue manifestazioni profondamente differenziate e alcuni orientamenti per un atteggiamento comprensivo: ma essi sono consapevoli che non basterà un libro, sarà necessario attuare percorsi formativi, realizzare sperimentazioni e influire, per quanto possibile alla ricerca, sulle politiche della scuola, per renderla capace di affrontare le sempre nuove sfide che la complessità pone all’istruzione e all’educazione. Tutti gli interventi contenuti nel libro sono rivolti a insegnanti e a educatori: contengono informazioni che possono servire a riconoscere le manifestazioni di disagio degli allievi e delle allieve e suggerimenti sulle strategie di intervento nei singoli casi, sempre in contesti scolatici.