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Il volume percorre un fascio di itinerari nel mondo sociale della fiaba sottolineandone proprio tale oscillazione e/o ambivalenza. Dalla arcaicità della societas così come si modella nella fiaba popolare, si passa alla letteratura delle molte forme, articolate e complesse, che essa assume nella fiaba d’autore, dal Seicento a oggi, mostrando anche il ruolo di oltrepassamento e di critica e di utopia che viene via via consegnato alla testualità fiabica, che cammina sul filo che porta dal rispecchiamento all’alterità, alla (potremmo dire) decostruzione delle forme reali, ora attraverso la via della critica, ora attraverso quella della fantasia. Tutti i contributi presenti nel volume stanno in questa lunghezza d’onda, oltre che offrirsi come esercizi di approfondimento tematico e interpretativo di quella narratività fiabica, che ci parla di storie e continua sempre a irretire il nostro immaginario e la nostra formazione di persone e di persone consociate. Come pure su questa frontiera si collocano i contributi dei laboratori, portati avanti con competenza e capacità comunicativa dai veri tecnici (e tecnici colti), rivolti al mondo della scuola dell’infanzia, elementare e media inferiore soprattutto, a cui tocca l’onere (e l’onore, va detto) di iniziare le giovani generazioni al narrare, alle storie, al significato profondo (per il soggetto) proprio dell’aprirsi alla narrazione di storie. Come ci ha ben ricordato, e di recente, anche lo “strutturalista” (appunto) Jerome S. Bruner, ottimo interprete e della complessità della cultura e di quella della mente infantile.