Marco Borgianni - Se ascolti davvero puoi sentirla parlare

Marco Borgianni – Se ascolti davvero puoi sentirla parlare

L’amicizia fra Marco Borgianni e Sandra Landi risale alla loro infanzia, sono stati sempre vicini condividendo i momenti più salienti delle loro rispettive famiglie, e sono cresciuti come persone creando di pari passo opere artistiche e opere letterarie. Hanno condiviso amici come Tono Zancanaro, Louis Aragon e molti altri. La poesia che segue accompagna il catalogo di una sua opera.

“Se ascolti davvero, puoi sentirla parlare…” di Sandra Landi per Marco Borgianni

Nave sono e sono stata: carico, solco e trasporto.
Porto.
Porto vite.
E attendo, come sicuro porto.
Così tutte le navi e tutti i porti furono me
che cercavo di essere te.

Mi nominasti con nomi differenti, forgiasti dee per rendere il nulla possibile.
Carga sono del peso di parole che partorii e niente valse
appoggiarmi al vuoto profondo delle tue ricchezze.
Restai vita in potenza.
Mentre ti alzasti in volo, rimasi Arianna, prigioniera del labirinto.
Così in claustrum costruii la mia ubiquità.
Nascosi la mia bellezza nella tua bellezza e adesso vedo
la tua immagine nella mia immagine.
Ansimo in indicibili amori: ardono e si spengono, non saranno mai.
Mi son fatta nuda e tremante di coraggio.

Nelle apparenze persi il mio essere naturale e ora
nel vuoto di me stessa, sono piena di te.
Sono te che vuoi me.
Allora tu chi sei che stai nel mio nonstare? vuoto che non riesco a colmare.
Cerco il punto zero della notte,
perché è in quello zendale che si nasconde l’alba.
Sa di zagare e zampilla lucentezze.
Ma c’è chi si specchia e vede il nulla,
perché è il nulla che si specchia nell’illusione di essere altro.
Conto le ore dell’attesa, femmina, mentre maschia è l’eternità.
Mia creatura è la parola: femmina è stata e femmina sia,
purché non si consumi nel gridare.
Genero nel nominare e dimoro nelle ombre delle parole.
Come Cassandra ti persi per averti.
Ma io ti esisto: sono in me e in te.
Minerva di Giove e di me stessa.

Il mio sguardo non molla l’orizzonte e allora tutto è nascita.
Nello schianto del dolore cerco la luce, colgo e raccolgo ricordi.
Soffio sulle pazienze come fuoco e tesso,
tesso, tesso infinite tele, imprigionata nelle attese.
Mi faccio padre e madre, corpo doppio,
anfora senza fine per la sete dei figli
– animali vaganti per terreni incolti –
aspettando che si paghino i debiti dell’oblio.

Adesso vado avanti decisa.
E mi porto dietro l’albero della luce:
radici e foglie in forma di speranza,
utopia che carezzo e cullo, trepida e forte.
La nutro. Figlia del dio dai mille nomi.
Faccio terra e cielo con le mie mani.
In una disperata allegria cerco lo spaesamento nella poesia.
E tu che mi dai ,oltre il tuo spavento del vivere?
Ti prego, non essere la mia zavorra.
Facciamo pari e patta.
Adesso volo io e le mie ali non sono di cera impastate.

Nel bozzolo dell’armonia
nella densità del silenzio interiore
nella scrittura del mio corpo
per te cerco l’altrove
e allora qui potrai riporre le tue spade.
Per sempre.
Per sempre.

Sandra Landi per Marco Borgianni