Per una cultura del rispetto e della parità contro la violenza di genere: il progetto Punte di spillo

Cultura: non culture altre ma Cultura di senso comune:

  • individualismo egotismo monadi esistenziali
  • semplificazione del sapere
  • mediocrità
  • incapacità di passare dall’ego al tu e di creare in cum attraverso l’inter
  • rottura di un ordine di genere, imperante da secoli, basata su un ordine fallico di potenza

Non patologia, non disagio sociale, ma immaginario sociale, usi e costumi condivisi socialmente, cultura incapace di relazioni di rispetto.

Che si manifesta in fenomeni macroscopici (Violenza diffusa), linguaggio (lingua, realtà, società), comportamenti quotidiani.

Penso che costruire una cultura del rispetto sia preliminare, mi sembra giusto riflettere sul che fare.

Prima di tutto occorre sfatare la convinzione che la violenza sia insita nella natura, no, nell’essere umano è cultura che inizia prima della nascita (tanti auguri e figli maschi, cito Elena Gianini Belotti e Matilde Callari Galli) è cultura di base condivisa da uomini e donne, pensiero egemonico, usi e costumi socialmente condivisi

E allora la cultura del rispetto come e quando si insegna?

E chi la insegna? Genitori e insegnanti

Insegnanti

Nella storia della scuola si è generalmente parlato di Educazioni (civica, sessuale, affettiva) considerandole MATERIE, relegandole così a conoscenze da acquisire e non COMPETENZE da interiorizzare.

La conoscenza delle leggi non ne determina il rispetto

Le competenze sono trasversali e tutte le materie devono considerarle.

Problema degli strumenti da usare: LIBRI DI TESTO veicolano modelli da imitare.

Studi di Irene Biemmi sui libri di testo delle elementari.

Superiori bastano i nostri ricordi scuola

Storia di personaggi maschili scritta da maschi

Quello che si impara a scuola non è un sapere neutro, ma viene spacciato per universale un punto di vista maschile

D’altra parte, viviamo ancora in un mondo pensato dagli uomini e per gli uomini, in cui la donna è destinata a recitare un ruolo marginale, quando non subordinato o del tutto strumentale

Il secondo sesso (1949) scriveva già di una «fanciulla che ha sognato se stessa attraverso gli occhi di uomo: negli occhi di un uomo la donna crede finalmente di ritrovarsi» (de Beauvoir 1949: 627).

Tutto ciò ha covato nella notte dei tempi e si è trasformato in “senso comune

E se non ci accorgiamo che il cosiddetto “buon senso comune” non è buono, se non ci rendiamo conto della sua grossolana ingiustizia, se non c’è una presa di coscienza, non ci sarà tentativo di superarlo.

C’è stato un tempo nel quale la violenza era considerata come un legittimo esercizio del potere patriarcale all’interno della famiglia, quasi come un indiscutibile diritto maschile sulle donne di casa. Donne e noci voglion le mani atroci.

Excursus cultura classica e popolare veramente preoccupante

I processi formativi e soprattutto i programmi scolatici non sono studiati con un’ottica di genere

Se la parità di accesso all’istruzione è stata conquistata, non significa che la cultura trasmessa dalla scuola riconosca il ruolo che molte donne hanno avuto

Quindi da una parte abbiamo

– identità robuste costruite su privilegi, pregiudizi e stereotipi di lunga data,

– dall’altra identità che a fatica si costruiscono spesso da sole coscienza del proprio lavoro come individui, sicurezza e stima di sé

Il risultato purtroppo è deludente da qualsiasi parte si guardi: una donna per farsi strada deve essere un autentico fenomeno, mentre a un uomo basta essere mediocre.

E allora possiamo accontentarci che le ragazze siano più brave e intraprendenti e i ragazzi sempre più insicuri?

Virtù, parola femminile singolare, ma da dove deriva?

Vediamo lo status di questa parola, smontiamola e cerchiamo di scoprire la sua identità culturale deriva da vir, uomo.

E l’identità sociale? Proviamo a decodificare le intenzioni del mittente, cosa ci vuol dire con questa parola? Quale è la sua identità di genere?

Che la virtù è insita nel maschio

Insomma, come scriveva anni fa l’antropologa Ida Magli: La donna prima di tutto è la femmina dell’uomo

Dire Penelope o Griselda è dire attesa, è dire “moglie di…”

Mito e stereotipo: immenso reticolo di coordinate sul terreno dell’inconscio

Purtroppo nel corso derlla storia non c’è da fare altro che rammaricarsi che ‘il pensiero femminile’ non abbia agito in parallelo con quello maschile esprimendo punti di vista diversi in funzione di una scelta dialettica, finora mancata

“La Democrazia è un regime politico esigente. Esige infatti una educazione alla libertà, che è anche responsabilità, ed un costante impegno. La Democrazia è dialogo, è accettazione dell’altro, con la sua diversità politica, è tolleranza, è rispetto. La violenza fisica ha le sue radici nella violenza morale e questa è intolleranza, sopraffazione, prepotenza.”

Lectio Magistralis di Tina Anselmi tenuta il 30 marzo 2004 in occasione dell’attribuzione della laurea honoris causa presso la facoltà di sociologia dell’università di Trento. 

Veniamo al Progetto Punte di spillo

Il titolo

Pensato con eventi 38

– per la cittadinanza tutta “se toccano una, toccano tutti”

– ricerca di un pubblico differenziato

– concetto di rete di insieme 14 enti e associazioni

– uso di diversi strumenti di comunicazione

– privilegio della sfera emotiva, intreccio di diversi linguaggi artistici

– coinvolgimento delle scuole superiori attraverso video 30

Una loro rappresentanza 200 ragazzi toscani ha presentato le loro opere nella sala della Regina di Montecitorio e ha consegnato un editto di pace ai maggiori rappresentanti del Parlamento

Esempio Open dey a palazzo di giustizia

Margherita Cassano

Vogliamo ascoltare le voci dei più giovani, rispondere alle loro domande, vedere i lavori che vorranno mostrare, perché la violenza si combatte insieme superando l’indifferenza e sentendoci tutti parte attiva della società. Andremo alla ricerca di strade e soluzioni che affermino con forza la lotta a qualsiasi forma di violenza. Dal confronto con i giovani scaturiranno riflessioni e risposte da parte dei rappresentanti della Giustizia, Magistrati e Avvocati.

 

In occasione dl convegno “Di cosa non parliamo quando parliamo di amore – Azioni di prevenzione della violenza di genere ed ‘educazione sentimentale’ delle giovani generazioni”, webinar del 16 dicembre 2021