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Ho sempre conosciuto Margherita Hack attraverso le opere e soprattutto seguendo il suo impegno civile e politico, ammirando la rigorosa attività scientifica, la forza e la capacità comunicativa in tutti gli ambienti.
Ma è stato il 2005 l’anno in cui è avvenuto il nostro incontro e in cui si è consolidata la nostra conoscenza e amicizia.
Durante la mia dirigenza al Liceo “Virgilio” di Empoli, ero particolarmente preoccupata dal fatto che gli studenti del Liceo Classico – e potrei usare il femminile, dato che la stragrande maggioranza erano e sono studentesse – presentavano scarsi interessi e altrettanto scarsi risultati nell’apprendimento della matematica, pur dimostrando nelle altre discipline un’ottima preparazione e conseguenti valutazioni più che soddisfacenti.
Che cosa impediva a questa popolazione femminile altamente motivata di apprendere e amare la matematica? La domanda ha prodotto l’ideazione, la progettazione e direzione di “Alla faccia della matematica”, un monitoraggio sullo stato di gradimento della disciplina in tutte scuole superiori empolesi e l’organizzazione del ciclo di lezioni “Contare e raccontare”.
Invitare Margherita Hack a raccontare la sua esperienza a studenti e studentesse è stata la prima azione: ha affascinato tutti anche nel sottolineare in modo ironico le difficoltà incontrate dall’essere donna scienziata in un mondo tradizionalmente maschile.
Sul medesimo argomento la sera, invitate dal Sindaco, abbiamo incontrato il pubblico della città di Poggibonsi, ed è successa una cosa straordinaria: in poco tempo sono giunte così tante persone che è stato necessario approntare un tavolo e un microfono nella piazza principale del paese per poter far partecipare tutti.
L’anno dopo lo workshop di Griseldascrittura (27-30 Agosto 2006) aveva come titolo “Raccontare la scienza”, quindi Margherita è stata ospite d’onore.
Quando nel 2008 è uscito il volume Raccontare di scienza e di mistero con il suo saggio Raccontare la scienza: l’astrofisica, Margherita è venuta a Firenze a presentarlo alla Stazione Leopolda, e qui si è raccolto per lei un gran numero di studenti delle scuole superiori fiorentine, mentre il pomeriggio è stato dedicato agli studenti universitari. A tutti quanti ha cercato di trasmettere il suo amore per lo studio e per la scienza, ma soprattutto li ha invitati a impegnarsi per costruire progetti per il loro futuro e per il futuro di questo mondo senza confini.