Cosa si intende per comunità? insieme di persone unite tra loro da rapporti sociali, linguistici e morali, vincoli organizzativi, interessi e consuetudini comuni; società degli uomini, consorzio umano, società, gruppo, pluralità.
Gruppo unito da comunanza di beni e di interessi. Dal latino communitas derivato di communis.

Preferisco sempre far derivare il termine da cum munibus (avere beni in comune) e non da moenia (mura).

Una medesima dislocazione geografica:

  • accentua il permanere di una tradizione economica e culturale
  • aumenta le responsabilità della comunità nella gestione del territorio
  • promuove forme sempre più definite di concertazione e di dialogo sociale.

Le istituzioni scolastiche e formative sono centrali per lo sviluppo del territorio nella misura in cui concorrono con le altre.

Necessità forte di

  • un coordinamento effettivo delle politiche educative con quelle sociali, sanitarie, culturali e sportive (costituzione di reti)
  • progressiva assunzione di un punto di vista di sistema
  • una piena valorizzazione di competenze e risorse per rendere effettivo il diritto all’istruzione
  • una reale integrazione e collaborazione di varie e diverse istituzioni.

Sistema formativo integrato: programmazione dell’offerta formativa in risposta ai reali bisogni della comunità secondo principi di

  • sussidiarietà
  • differenziazione
  • adeguatezza delle azioni formative possibili.

Necessità comune di avere una popolazione in grado di esercitare una cittadinanza attiva.
Il ruolo di chi rileva e interpreta la domanda di formazione del territorio e ne individua le priorità è determinante.
Importante anche  la flessibilità dell’offerta.
Costruire uno strumento di programmazione, una sorta di carta  culturale del territorio (esempio del Trentino): insieme dei processi formativi  formali e non formali progettati e organizzati.
Una carta capace di accogliere le istanze che il territorio assume come prioritarie e capace di tradurle in azioni formative.
Sviluppo di competenze chiave soprattutto per i soggetti più deboli.
Una pluralità di pratiche di istruzione e formazione è una ricchezza se è ben organizzata.
Ruolo centrale della scuola che lo esercita con diverse azioni:

  • riscoperta del senso sociale delle discipline (storia, geografia, scienze, ma anche matematica, ecc) attraverso un riesame del senso delle discipline: riscoprirne l’episteme, definire il loro aspetto interdisciplinare, collocarle dai profili specialistici alla formazione di base;
  • sperimentazione di una sorta di esplosione delle discipline capace di intercettare e rispondere alla domanda del territorio, cercando di avvicinare l’offerta alla domanda;
  • conoscenza delle competenze chiave richieste dall’Europa;
  • costruzione di curricoli in risposta alla domanda locale;
  • assunzione da parte delle scuole di una effettiva leadership culturale e istituzionale;
  • rendersi garante della continuità delle azioni;
  • adottare sempre di più un’organizzazione modulare più flessibile e più aperta a integrazioni e sviluppi, per costruire intrecci sempre più forti tra percorsi formali e non formali;
  • ricercare standard formativi comuni;
  • costruzione di reti, attivazione (art. 7 del DPR 275/99) di dipartimenti di aree disciplinari intesi come laboratori per la ricerca e la pratica curriculare (ricerca disciplinare, definizione dei piani di lavoro, formazione in servizio, progettazione delle innovazioni, documentazione e scambio);
  • raccolta e valorizzazione delle esperienze delle scuole;
  • progetti di sperimentazione di possibili innovazioni curricolari per ripensare la pratica disciplinare in funzione di un approccio laboratoriale in riferimento ai bisogni formativi;
  • combattere e soprattutto prevenire la dispersione.

Insomma la scuola, garante della leadership culturale della Carta, dovrebbe trasformarsi da un mondo di contenuti  a un mondo di significati.
Necessità sempre più pressante di educare alla cittadinanza attiva: promuovendo consapevolezza, integrazione, habitus critico, responsabilità, cooperazione, solidarietà.
Necessità di investire in istruzione e formazione, per la nuova società della conoscenza come per altro ribadito e sollecitato nella rinnovata strategia di Lisbona e in occasione del Consiglio Europeo del marzo 2005, che precisa le Competenze chiave per l’apprendimento permanente, Un quadro di riferimento europeo.

Serve una scuola che diventi «luogo e tempo di vita degli adolescenti,
luogo e tempo della salute, del gioco, del fare e del sapere.
In cui il dilemma istruzione-educazione si risolva
nell’apprendimento come processo e atto di socializzazione»
(M.A. Manacorda)