Il paese dei primati assoluti

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Merita dare avvio a questa nuova testimonianza col “premettere” una dovuta “premessa”: la voglia di partire (come sempre!) era tanta, così come tante erano le incertezze dovute alle non brillanti condizioni di “mamma mia”.
Il Natale si stava avvicinando e dunque una decisione doveva essere comunque assunta. La confermata efficienza di Sandra mette fine ai nostri pesanti dubbi, quando riesce a scoprire un’offerta davvero incoraggiante, purchè da “aggredire” immediatamente, senza dunque lasciare  spazio a ripensamenti di qualsiasi genere. Decidiamo in quattro e quattr’otto, pur sapendo che non avremmo potuto garantire troppe aperture per amici che avessero inteso aggregarsi. Peccato! Ma quando è l’ora è l’ora e non resta tempo per indugiare oltre.

26 dicembre

Passato il Santo Natale in famiglia, si parte nel primo pomeriggio per raggiungere Milano, dove si parcheggia in prossimità dell’aeroporto Malpensa, al modico costo di 27 euro per un’intera settimana. Ottimo affare, anche questo dovuto alla intraprendenza di Sandra.
Ci saremmo dovuti imbarcare intorno alle 20.00, se non ci fosse capitato di far parte del gruppo costretto a restare appiedato per “overbooking”, ovvero per non aver avuto garantito il posto in aereo, malgrado lo avessimo addirittura riservato anticipatamente. Sandra si lascia andare a proteste irruente, maltrattando la Compagnia e tutto il suo personale; personale che invece si comporta con garbata gentilezza e disponibilità. Non c’è nulla da fare, se non accettare le condizioni loro poste, che mi si dice rispettino le normative, ovvero quelle che autorizzerebbero le Compagnie a garantire prenotazioni in numero superiore rispetto agli effettivi posti che l’aereo dispone, supponendo che ad alcune prenotazioni qualcuno rinunci.
Si resta a piedi in nove e si è trattati come  non ci era mai capitato. Sentite un po’. Si viaggia con la Compagnia degli Emirati, la Etihad, quella che sta adesso trattando l’inserimento in Alitalia. Che splendida Compagnia! Non soltanto ci prenota per la prima partenza possibile (ovvero quella delle 10.00 dell’indomani mattina), garantendoci ovviamente il pernottamento all’Hotel Sheraton (interno all’aeroporto) ed una cena abbondante e di ottima qualità, ma ci viene garantito anche il rimborso di 600,00 euro a persona per il disagio sopportato. Io e Sandra ci si guarda e si accorda subito l’offerta, anche perché il disagio si limita a dover perdere una mezza giornata.
Il tempo della cena serve anche a metterci in confidenza con gli altri “appiedati” e a prometterci vicendevolmente l’impegno a mantenere future relazioni, specialmente con coloro che  transiteranno da Abu Dhabi per dirigersi in Australia e India. Dopo di che, tutti a dormire, per essere pronti e riposati alle ore 8.00 dell’indomani mattina.

27  dicembre

Si parte puntualissimi, confermando l’assoluta efficienza della Compagnia Etihad, nonchè la squisita gentilezza del personale, la loro disponibilità ad offrire il massimo dei servizi possibili, compresi ben tre pasti, anche se il volo si conclude in appena sei ore, arrivando peraltro con mezz’ora di anticipo. I nostri commenti sono i più gratificanti e non sarà certo soltanto per questi che a me e Sandra offrono due speciali tessere, utili per essere utilizzate per servizi straordinari, in caso di altri voli con la stessa Compagnia.
Si atterra ad Abu Dhabi (la capitale) a metà pomeriggio e con altre due ore di viaggio (in autobus), si raggiunte Dubai quando ormai si è fatto sera e tutto è splendidamente illuminato. Una città capace di generare immediate impressioni di grandezza, pienamente consapevoli che non si decide di visitare Dubai per cercare qualcosa di diverso da Dubai. Dubai è semplicemente Dubai, ovvero quell’impressionante metropoli, dove fino agli anni ’50 il mezzo di trasporto e comunicazione era il cammello, mentre oggi detiene il più alto numero di auto Ferrari. Piaccia o non piaccia, ma questa è Dubai… e di altri primati parleremo in seguito.
L’hotel Mercure, dove trascorreremo le nostre nottate, è di ottima qualità, con una camera superior-salotto ed un ristorante dove il buffet ci mette a disposizione una variegatissima quantità di speciali piatti, sia di cucina locale, che internazionale. E’ qui che, oltre all’abbondante colazione, consumeremo anche un’altrettanto abbondante cena, quest’ultima ad un costo di appena 22 euro (ovviamente senza degustare sostanze alcoliche).
L’impressione è che tutto funzioni alla perfezione, impressione che si tradurrà in dato di fatto, come avrò modo di dimostrarvi strada facendo. Ma per adesso basta, la giornata si conclude con una sintetica perlustrazione degli spazi comuni dell’Hotel, nonché con la rilassante disponibilità del nostro, prenotato “appartamento”, che ci accoglie per consigliarci di godere sogni inebrianti.

28 dicembre

L’attesa per scoprire tutte le novità di questa propagandata metropoli è davvero forte e anche se il fuso orario (anticipato di tre ore rispetto all’Italia) non aiuta a fare “levatacce”, noi si parte abbastanza presto per conquistare il centro storico della città. Lo si fa con una discreta camminata di almeno quattro chilometri, utili peraltro anche ad immedesimarci con alcune tradizioni e regole comportamentali di questo popolo un pò speciale. Speciale anche perché capace di miscelare e governare, con perfetto equilibrio, la loro dottrina musulmana con l’essere al centro dello sviluppo e dell’attenzione, insieme contemporanea e planetaria. Insomma, un Paese dove sono rare le donne incappucciate, dove si registra l’uso frequente della minigonna (magari da parte di ragazze straniere), dove si riscontra una generale tolleranza abituale, anche se personalmente sono stato “richiamato” per essermi concesso un frugale bacio con la “mia” Sandrocchia.
Avanti tutta, ci siamo, siamo nel quartiere Bur Dubai, l’area insieme storica e vivacissima, caratterizzata dai suggestivi quartieri  di Bastakiya e Shindagha. Ci è riservata un’accoglienza di reale e pura amicizia, all’interno di un souk assolutamente grazioso e sicuramente il più autentico dell’intera Dubai.
La prima attrazione, capace di coinvolgerci pienamente, è la Galleria Majlis, ospitata in un’affascinante casa a corte, davvero ricca di pitture e sculture di artisti locali e internazionali. La Galleria più antica della città, dato che è stata fondata (attenzione!) nel lontano 1.989.
Stiamo lambendo il romantico Dubai Creek (lungomare che si estende per chilometri  nel cuore della città, fiancheggiato da vecchie navi e garanzia di eccellenti passeggiate), per dirigerci all’unico Museo da “non perdere”, anche perché, giustappunto, è l’unico. Il Dubai Museum, all’interno dell’edificio più antico di Dubai (risalente addirittura al 1.799), dotato delle uniche collezioni che possono rappresentare il passato di questa città. Il museo ci racconta ed illustra la storia che passa dall’essere stato un modesto insediamento all’interno del deserto a centro internazionale del commercio, della finanza e del turismo. La sezione più interessante resta quella archeologica, capace di documentare gli insediamenti attivatisi fra il 2.000 e il 1.000 a.C. Un’occasione da raccomandare, anche se priva di qualsiasi possibilità di confronto con quanto riscontrabile in tantissime altre parti del mondo. Peraltro, a riprova di quanto appena sostenuto, pur essendo l’unico Museo a pagamento, il prezzo  si aggira intorno ad appena 65 centesimi di Euro.
Un’invidiabile e serena tranquillità ci accompagna all’interno dei contorti vicoli che scorrono lungo l’animato Creek, dove ci è riservato scoprire scenari autentici di quel poco che resta della loro storia quasi antica. Assoluta è la libertà di confonderci nei vari anfratti del souk, dove si dice essere garantita la migliore sicurezza, sia per il popolo indigeno che, ancor più, per l’ampia fetta di turisti che l’attraversano. Turisti che scoprono ed accettano di buon grado anche l’altrettanto assoluto  rispetto, sia dell’ordine, che della scrupolosa pulizia di un qualsiasi angolo del quartiere.
Si attraversa l’intera area di Bastakiya, che magicamente si affaccia sul lungomare, insieme alle sue tradizionali torri del vento che ingentiliscono il vivace souk.
Un’unica delusione compromette (momentaneamente) l’esuberanza di Sandra: l’aver trovato chiusa la “Casa della Poesia”. Mi c’è voluto almeno un quarto d’ora per convincerla che anche a Dubai si possono riscontrare disservizi e sono convinto che non ce l’avrei fatta se non le avessi proposto di contrattare un “abra”, ovvero un cosidetto taxi d’acqua, per avventurarci lungo il corso del movimentato Creek.
Stiamo per essere incantati dall’incipiente tramonto, che ci avvolge esattamente lungo il corso del Creek, mentre ci si sta dirigendo verso il “Tradizional Architecture Museum” per visitare un’esauriente mostra dell’architettura araba.
Una giornata intensissima, facilitata dall’effetto di un clima ideale, sostenuto da una gradazione che generalmente si pone fra i 22 e i 25 gradi. Sostenuta anche da un atteso, meraviglioso messaggio di Silvia, che ci aggiorna su tutto ed in particolare dalle autentiche maestranze del signorino Alessandro.
Stiamo per concludere, decidendo di rientrare in Hotel col taxi, che a Dubai garantisce un servizio anzitutto eccezionale, con accoglienza di indiscussa gentilezza e perfino a prezzi convenientissimi, superando di rado i due euro per i servizi cittadini.
Dopo un meritato riposo ed una copiosa doccia, si scende al ristorante dell’Hotel, dove si può scommettere su una notevole quantità di ottimi piatti.

29 dicembre

In attesa di salire in ascensore, si incontrano due signore e un signore arrivati da Novara. Sarebbe potuto bastare un rapido saluto di cortesia ed invece ci intratteniamo per scambiarci impressioni e soprattutto per acquisire utili informazioni da parte di chi è a Dubai per fare visita al proprio figlio, che qui sta collaborando alla gestione di un ristorante. Ci raccontano delle molteplici opportunità che questo Paese offre al numero sempre crescente di giovani italiani che qui si trasferiscono. Qualità del lavoro, assoluta sicurezza, stipendio medio – alto, prospettive di investimento, rispetto garantito. E’ tutto dire, ma soprattutto chi avrebbe potuto immaginare che proprio un Paese arabo potesse rappresentare la prospettiva per l’occupazione della nostra, odierna gioventù? Ma così è, che ci piaccia o no!
La meta mattutina interessa il quartiere più storico della città: Deira. Il quartiere tipico per antonomasia, dove si alternano numerosi souk, a partire da quello più attrattivo: il “Gold Souk”, uno dei mercati più grandi del mondo, dove addirittura si rischia di “camminare” sull’oro, tanti o troppi sono i luccicanti negozi colmi di sfavillanti gioielli. Avanzando lungo il percorso, si visita l’ ”Heritage House” e  la contigua “Al- Ahmadiya School”, una magnifica casa a corte, la più antica scuola di Dubai, fatta costruire da uno sceicco nel “lontano” 1.912. Interessanti le nobili finalità della scuola: accogliere gratuitamente gli studenti più poveri.
Le attrazioni dei vicoli del quartiere giustificherebbero di dedicare loro un’intera giornata, ma il tempo stringe ed è così che intorno a mezzogiorno si parte con la mitica metropolitana per conquistare la Dubai Marine, ovvero la New Dubai. Una vera e propria nuova città, che dista diversi chilometri dal centro, ma facilmente raggiungibile con la metropolitana più estesa, più rapida, più efficiente, più attrezzata, più comoda e confortevole del mondo intero, peraltro l’unica ad essere completamente automatizzata e con stazioni che si presentano come autentiche opere d’arte architettonica.
Una vera e propria città, costruita su isole artificiali, installate direttamente sul mare aperto. Uno specchio di città perfetta, diligentemente ordinata e tenuta alla perfezione, come se si trattasse di un elegante giardino di famiglia. Le spiagge potrebbero costituire motivo di invidia perfino per gli abituali frequentatori di Portofino, se non fosse per la differenza dovuta al pregio del suo paesaggio, quale generoso parto e gelosa custodia di madre natura.
Si passeggia lungo l’intero “The Walk at JBR”, prima di affacciarci ad apprezzare le lussuose onde dell’ “Arabian Gulf” e dunque immergerci all’interno della miracolistica “Palm Jumeirah”, un ampio villaggio a forma di palma, inventato esattamente al centro del golfo, con in testa un alberghetto, l’ “Atlantis”,  dotato di 1.439 camere e inaugurato nel 2.008, permettendosi uno spettacolo pirotecnico dal costo di 20 milioni di dollari.
Stiamo avvicinandoci all’ora del tramonto e l’intero quartiere che abbraccia l’ “Atlantis” e si affaccia sul mare è completamente invaso da una sterminata folla, qui accorsa per fotografare il saluto del sole, che autonomamente ha deciso di permettersi un placido annegamento.
Nel 1992 ebbi modo di restare impressionato dagli svettanti grattacieli di Chicago, oggi è toccato a quelli di Dubai confermare una scenografia tutt’altro che ordinaria e comune.
Palm Jumeirah spicca persino in una città come questa, nota per i suoi impeccabili progetti faraonici: un’isola totalmente artificiale, costruita con qualcosa come un miliardo di metri cubi di sabbia e pietre, con un asse centrale lungo 2 Km ed una palma a corona con 16 fronde.
Si sta facendo sera e con i tanti turisti accorsi ad “abbagliarsi” con questo tramonto non è facile prenotare un taxi per farci accompagnare alla stazione metrò. Poi si rientra per un’oretta di relax, insieme ad un’ottima cena a buffet consumata, come sempre, al ristorante dell’Hotel. Una soluzione comoda, appetitosa e a buon prezzo. C’è qualcuno che pretende di più? Prego, si accomodi! Al meglio non dobbiamo mai e poi mai porre limite!

30 dicembre

Oggi tocca ad Abu Dhabi… e soprattutto tocca ad una discreta levataccia, dato che l’autobus parte dall’area stazione alle 7.15. Ci si alza alle 6.00 e dopo una rapida colazioncina si parte, in taxi, per raggiungere la stazione. Puntualissimi, si arriva a Dubai alle 9.30, dopo aver attraversato un’area sostanzialmente desertica, ma anche dopo aver salutato un’alba splendente, che filtra attraverso i numerosi grattacieli della Dubai Marina.
Il viaggio serve anche per “sonnecchiare”, specialmente da parte di Sandra, che tuttavia non rinuncia al gusto di un ottimo caffè, che le ragazze del bar dell’autobus gradiscono di offrirci, così come noi gradiamo di apprezzare pienamente.
La prima attrazione della capitale non può che essere riservata alla Grande Moschea, la Sheikh Zayed bin Sultan al-Nahyan Mosque, il monumento più stupefacente, ricco di candide cupole ed enormi torri, capace di ospitare oltre 40.000 fedeli. L’ingresso e libero e nessuno ci chiede particolari condizioni da rispettare. Siamo fra i pochi visitatori, anche perché, francamente, non c’è troppo che sia capace di incuriosirci, se non l’enorme lampadario di cristalli Swarovski verdi, rossi, gialli e bianchi che domina la cupola principale, insieme a qualche marmo, qualche ceramica e disegni floreali che adornano pareti e colonne, oltre naturalmente al tappeto persiano di 5.600 metri quadrati, il più grande del mondo, capace di attrarre la nostra attenzione quasi esclusivamente perché, giustappunto, il più grande del mondo.
Serve, comunque sia, dedicarle almeno un’ora, per poi immetterci su uno dei progetti più eclatanti degli ultimi anni, ovvero il lungomare della Corniche, con le sue spiagge bianche ed i suoi invitanti percorsi, ai quali non possiamo non dedicare una piacevolissima passeggiata.
E’ questo il momento per concederci anche una breve pausa, sia per concordare alcuni aspetti per la cena dell’ultimo dell’anno con i nostri compagni incontrati casualmente durante il volo aereo, sia per”messaggiare” un po’ con Silvia, ormai sulla strada per raggiungere il mare di Pitelli.
Quando si viaggia con Sandra (specialmente da soli) le mete preferite sono quelle della poesia e della cultura e dunque, ancora una volta, la delusione e davvero forte quando si riscontra che questa sera la Casa della Cultura è chiusa. Per fortuna è aperto lo spazio che ospita un’ interessante mostra fotografica che, peraltro, visitiamo gratuitamente, sia perché siamo fuori orario, sia fors’anche perché si è presi per dei “poveracci”.
La guida consiglia di riservare una visita al lussuoso hotel Emirates Palace, ma ci è impedito, non disponendo carta d’ingresso. Peccato! Ma poi non tanto, dato che così possiamo dedicare tutto il tempo necessario all’Heritage Village, sicuramente riservato ai turisti, ma tuttavia capace di rappresentare il tipico villaggio, quale tradizionale souk di vita locale, prima che la scoperta del petrolio non determinasse gli attuali scenari.
Possiamo consentirci una breve pausa per accontentare Sandra di un meritato the pomeridiano, prima di accomodarci sull’autobus per il rientro, impiegando stasera un po’ più di tempo, dato il forte traffico e le strade abbastanza intasate. Va bene così, è l’occasione per riposare, rientrando comunque in tempo utile per consentirci un’altra, ottima cena in Hotel.
Buonanotte a tutti! E domani sarà l’ultimo del 2013!

31  dicembre

La mattinata non può che essere riservata alla visita di un altro quartiere inventato di sana pianta: il Madinat Jumeirah, anch’esso lungo la costa, dotato di splendidi resort, centri benessere, pregiate boutique e soprattutto l’albergo più famoso di Dubai, il Burj al-Arab. Siamo in quella che viene definita la “Little Venice”, recente opera dell’uomo e non di madre natura.
Una vera città, dove domina una raffinata architettura in stile arabo, attraversata da un intricato susseguirsi di limpidi canali, che scorrono perforando l’ intrecciato labirinto degli angusti e sorprendenti angoli dei diversi quartieri. E’ affascinante attraversarne gli animati percorsi, scoprire come anche in questa Venezia è ben presente la cucina italiana (ed anche toscana), come sia ben tenuta l’incontaminata spiaggia sull’Arabian Gulf, il golfo dominato dal sopra richiamato Burj al-Arab (Torre degli arabi), che dall’anno della sua apertura (il 1.999) rappresenta il simbolo di una città che fiorisce letteralmente tra la sabbia.
Silvia è a Pitelli e ci tiene aggiornati su tutto quanto ci interessa sapere di Certaldo e non soltanto, a partire soprattutto da Alessandro, mentre insieme alle amiche e agli amici sta preparando il cenone.
Nel primo pomeriggio si rientra in taxi nella Down-town, affrettandoci a visitare anzitutto il Dubai Mall, il centro commerciale più grande del mondo, con ben 1.200 negozi e 160 ristoranti. Anche qui la presenza italiana è davvero significativa, con negozi intitolati a marche in parte note, ma ancor più sconosciutissime. Noi cogliamo l’occasione per visitare l’esempio della recente catena italiana di prodotti alimentari, l’Eitaly, affollato da tanti curiosi, ma anche da altrettanti acquirenti. Siamo all’interno di un’altra vera città, questa volta internazionale, con provenienze da tutti i continenti, dove con Sandra si sceglie un caffè costaricenze.
Un centro commerciale, ma anche un centro di reale intrattenimento, con gli spettacoli delle sue fontane, con il suo zoo subacqueo e soprattutto con il suo Aquarium, posto su tre piani, con la vetrata più grande del pianeta e soprattutto capace di profondere effetti stupefacenti. Chi lo desiderasse, potrebbe indossare la muta ed immergersi tra gli squali in compagnia di un istruttore, oppure salire su una barca dal fondo trasparente. E’ naturale che il nostro primo pensiero corre direttamente ad Alex, che ci piacerebbe fosse qui con noi, sicuri che impazzirebbe per il fascino spettacolare che è capace di generare.
Serve attraversare qualche isolato prima di penetrare all’interno del Souk Al-Bahar, affacciato sulle magiche fontane danzanti, con sullo sfondo lo svettante Hotel Burj Khalifa, che si erge come un razzo nel cielo, il più alto del mondo. Khalifa è il nome dello sceicco, sovrano di Abu Dhabi e presidente degli Emirati. E’ stato intitolato a lui proprio perché rappresenta un altro dei primati: progettato da un team di architetti di Chicago (proprio quella capitale che, come vi ho detto, nel lontano 1.992 riuscì ad impressionarmi con la spettacolarità dei suoi grattacieli), con 828 metri di altezza e 160 piani.
E’ proprio di fronte a questo gigante che spazia un brillante lago, naturalmente artificiale, e la scalinata di uscita dal Souk Al-Bahar, che già alle cinque del pomeriggio si è riempito, in attesa dell’impareggiabile spettacolo della mezzanotte.
E ora ti ci voglio a tentare di capire cosa di meglio sia opportuno fare! Sandra ha già provveduto a prenotare la cena presso il ristorante gestito dal fratello di una delle coppie italiane rimaste in “Overbooking” con noi. Abbandoniamo, dunque, l’opportunità che ci rappresentano come irripetibile? L’incertezza impera, fino ad accendere una qualche discussione fra noi, dato che Sandra (correttamente) non avrebbe alcuna intenzione di disdire la cena appena prenotata. Che figuraccia! Decido di prendermi una mezz’ora per alcune verifiche prima di decidere il da farsi. Mi intrufolo lungo i meandri che costeggiano il lago, dal quale guizzano, a suon di musica, zampilli altalenanti capaci di raggiungere l’altezza di oltre cento metri. E mentre perlustro, mi affretto a domandare e indagare circa la tanto attesa spettacolarità della mezzanotte. Incontro tanti giovani, molti anche italiani e fra questi non pochi giungono a dichiarare che l’attesa merita almeno quanto  sia meritata l’intera visita di Dubai. Ma sono appena le ore 18.00 ed è lunga l’attesa della mezzanotte. E’ vero, ma il moltiplicarsi dei consigli tendono tutti ad insistere per l’attesa. Sandra non intenderebbe disdire la cena, ma è sufficiente una qualche mia insistenza, insieme a quelle di altri che si sono accampati sulla nostra stessa scala per indurla a cedere. Grazie Sandra! La ringrazio davvero sinceramente, anche se un po’ preoccupato, qualora l’attesa non valesse la pena. Intanto però si è intensificato il susseguirsi di spettacoli che, a suon di musica operistica, lanciano in alto nel cielo scintillanti guizzi di acqua cristallina. E non appena Pavarotti intona l’Aida, anche Sandra comincia a convincersi della bontà dell’attesa, attesa che ci consente di intrattenerci con i nostri vicini (indiani, arabi, giapponesi) e soprattutto con Anen, una ragazza di origine tunisina, nata a Battipaglia, vissuta a Bergamo, prossima ad occuparsi a Dubai, innamorata di un ragazzo arabo.
Sandra mi affida il gradito compito di decidere il menù per la cena, da consumarsi ovviamente sull’affollata scalinata. Serve anche per ingannare un po’ il tempo e dunque rovistando qua e là, all’interno del Souk, mi rifornisco di ottimo salmone, formaggi vari, altri affettati, dolci accettabili e ottima frutta. Si, va bene, ma per brindare all’anno nuovo? Champagne? Ma volete scherzare! Sono certo che in privato il suo uso abbonda, ma in pubblico…! Vino? Neanche a parlarne. E allora? Fermi, a tutto c’è un rimedio, tant’è che scopro un frizzantissimo succo d’uva, che non passa per vino, anche se capace di sbuffare con una forte pressione.
Una cena singolare e particolarmente piacevole, consumata in società, alternando lingue e dialetti non sempre comprensibili, ma proprio per questo capaci di farci sentire trafugati al centro del mondo.
Man mano che ci avviciniamo alla mezzanotte le luci si fanno sempre più colorate e abbaglianti, gli spettacoli musicali si intensificano, così come si alza la loro qualità, insieme allo scrosciare dei sempre più partecipati e intensi battimano. E quando tocca alla “Madame Butterfly” la folla, completamente estasiata, capitola letteralmente, anche perché siamo giunti a 60 secondi   dal nuovo anno, secondi che calano scanditi uno per uno.
La mezz’ora di spettacolo non può essere raccontata. L’intrecciarsi di luci e suoni che avvolgono gli 828 metri di altezza del Burj Khalifa è davvero un’occasione di attrazione unica, irripetibile. E non è un caso che viene ripreso e trasmesso da qualche centinaio di televisioni di tutto il mondo, ovviamente compresa l’Italia. Si parla di una presenza a Dubai di 2 milioni di persone, giustappunto accorse a non perdersi una delle occasioni della vita. E con ciò, non avrete certamente difficoltà a capire come si sia risolta l’iniziale incertezza, decisamente vinta anche da Sandra.
E’ il momento dei saluti, degli abbracci con coloro che ci stanno vicini, dello scambio degli auguri, delle promesse per vivere un incoraggiante nuovo anno.
All’1.00 ci incamminiamo per raggiungere la stazione più prossima del metrò, dato che i taxi circolano in numero quasi casuale. Arrivati, notiamo un’attesa di qualcosa che si aggira sui 50-60.000 persone. Avete capito bene, non ho esagerato! Alcuni degli addetti all’organizzazione ci consigliano di utilizzare la prossima stazione che, con i suoi 30-40.000 clienti, risulta indubbiamente meno affollata, anche se l’avremmo potuta varcare non prima di due – tre ore, qualora (con quella esclusiva gentilezza “emiratiana”) non ci avessero concesso (possibili turisti, anziani, genitori con figli piccoli) di anticipare chicchessia, di salire gratis in metrò e “sbarcare” a qualche chilometro dall’Hotel, dove per fortuna riusciamo ad intercettare uno dei rari taxi ed insieme ad altri otto nottambuli raggiungere, alle 2.40 dell’anno nuovo, l’ingresso del nostro Hotel Mercure. Finalmente! Una giornata irripetibile sotto ogni punto di vista, compreso quello di aver messo alla prova (ben superata!) la nostra capacità di resistenza. Ce l’abbiamo fatta e non dubito di essere nel giusto a consigliare ad ognuno di voi di tentare altrettanto, qualora vi capitasse l’occasione di approfittarne.

1 gennaio

Se vi dicessi che ci siamo abbandonati in un sonno quasi letargico, non dubito di non provare difficoltà a farvelo credere. Ci siamo “riconsiderati” a metà mattinata, quando in fretta e furia ci siamo precipitati alla colazione, peraltro bene attesa, data l’ottima, ma non abbondante cena della scalinata.
Un ultimo dell’anno che vi ho già abbondantemente illustrato, mentre il primo si presenta quasi completamente vuoto. Avevo riservato ad oggi la visita al quartiere Al – Quoz: uno speciale distretto d’arte contemporanea, ricco di gallerie ed atelier d’avanguardia. E’un’avventura  riscontrarne la località e soprattutto una completa delusione per aver trovato tutto completamente chiuso. Peccato! Pare che vi si concentrino giovani creativi e talenti consolidati provenienti da varie parti del mondo, costituendo un complesso capace di accendere le migliori curiosità artistiche, che a noi, purtroppo, non tocca esplorare.
Si rientra nella Downtown a metà pomeriggio, in tempo per ripercorrere alcuni dei vicoli più affascinanti, per rilassarci lungo le sponde del lago di fronte al Burj Khalifa, spicciandoci per qualche acquisto e poi rientrare per ricompattare la valigia e gustarci la cena dell’addio, dopo aver prenotato un taxi per le 5.00 dell’indomani mattina, pronto a ricondurci in aeroporto.
Si pone così fine ad un altro viaggio tutt’altro che banale, prestato ad un Paese che pone il suo massimo orgoglio nella quantità dei primati. Tenterò di riassumerne almeno una parte, e anche se la lista non sarà completa è comunque decisamente copiosa.

  1. Il Palazzo più alto del mondo: Burj Khalifa.
  2. Il Tappeto più grande del mondo: quello della Moschea di Abu Dhabi.
  3. Il Metrò più lungo del mondo e completamente automatizzato.
  4. L’unico Hotel a 7 stelle nel mondo: Burj Al Arab.
  5. Il più grande supermercato del mondo: Dubai Mall.
  6. La più grande Isola artificiale del mondo.
  7. Il Paese con la maggiore siccità, dove piove soltanto sei giorni all’anno.
  8. L’unico Paese con una pista da sci su neve artificiale, all’interno del Mall degli Emirates.
  9. Il Paese più pulito del mondo.
  10. Il Paese che offre le massime opportunità occupazionali.
  11. Il Paese dominato dalla massima sicurezza.
  12. Il Paese dove la gentilezza domina l’elenco delle migliori regole.

Ho finito, con la certezza di aver arricchito ulteriormente il mio bagaglio di conoscenze, quasi tutte assolutamente originali, adatte ed utili ad aprire nuovi, curiosi versanti verso il Medio Oriente, un pezzo di Continente da mettere in programma quanto prima possibile, anche se compatibilmente con i tempi capaci di garantire il massimo livello di sicurezza.