Viviamo in un’epoca dove necessita una continua ridefinizione dei saperi.
Il mercato del lavoro in evoluzione richiede competenze flessibili e professionalità mobili.
La scuola quindi dovrebbe formare soggetti capaci di scelte, di comprendere il presente e progettare il futuro con responsabilità.
Scuola non solo professionalizzante, pensata sul mercato del lavoro, ma aperta al largo spettro delle sue funzioni sociali, formative e soprattutto culturali.
Il cittadino responsabile è anche un produttore attivo e flessibile.
La scuola in cammino necessita di una costante riflessione.
Occorre mettere al centro i processi di apprendimento, con forte valenza meta cognitiva, in sostanza l’imparare a imparare.
Affermare la centralità del curricolo: tutto ciò che riguarda la formazione deve essere integrato e non aggiuntivo all’istruzione.
Non può esserci separazione fra istruzione e formazione.
Nella tradizione educativa quando si è parlato di formazione si è intesa l’acquisizione di competenze orientate allo svolgimento di attività professionali.
Invece in un disegno educativo coerente istruzione e formazione sono presenti nell’intero arco della vita.
Un’istruzione debole condiziona la formazione, non permette processi di comprensione forti.
Le competenze culturali di base rafforzano le competenze professionali.
La formazione professionale si rivolge tradizionalmente alle fasce più deboli.

Che fare?

  • prima di tutto rapporto positivo sul piano dell’apprendimento
  • colmare il divario culturale
  • domandarsi continuamente quali caratteristiche dovrebbe avere l’offerta per essere motivante.

L’IRRE può dare sostegno alla progettazione e alla documentazione.
Quadro nazionale ed europeo dei curricula: diffusa richiesta di livelli di istruzione di base più alti, richiesta di competenze di qualità:

  • buon livello di capacità logico-formali
  • capacità linguistiche (orali, scritte, simboliche, multimediali)
  • capacità di risoluzione di problemi
  • strumenti cognitivi e metodologici che consentano di comprendere situazioni complesse
  • disponibilità all’apprendimento continuo
  • capacità di saper lavorare in gruppo.

Queste sono le competenza fondamentali perché il cittadino europeo sappia vivere il suo tempo.
Questa formazione culturale generale deve essere calata nelle singole discipline o meglio nelle aree disciplinari
Ridurre la dispersione:

  • rendere più motivanti i curricoli, inserendoli nella realtà degli studenti
  • rifiutare autoreferenzialità e accademismo
  • rendere le discipline più vicine alla loro vita per affrontare vere e proprie avventure culturali
  • attivare il modello della ricerca-intervento
  • far seguire al momento teorico, quello prassico, auto valutativo e riflessivo.

Età del biennio tra le più difficili, età in cui il consolidamento culturale non si è ancora realizzato.
Insegnanti: la consapevolezza delle difficoltà esistenti deve rafforzare la capacità di ricerca di nuove soluzioni, lavoro più ampio e profondo.