Posai le mie mani
sulle tue pietre lisce e
mi cullai sulla tua culla di maggio.
 
Anche i fiori si cibarono del tuo pallore
e del tuo pallore rivestirono
quei greti ossuti senza tempo.
 
Un silenzio lento, vecchio di secoli
avvolgeva quei resti di antichi splendori
ignaro della pochezza del mondo
in cui era capitato.