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Ci incontrammo a Certaldo nel luglio del 1982, in occasione del Festival dell’Unità dedicato a Louis Aragon.
Oltre che poeta affermato, Sanguineti era Senatore della Repubblica eletto per il Partito Comunista Italiano, quindi la poesia e la politica costituivamo due legami forti che li univano.
Lesse alcune poesie che dedicò ad Aragon e si intrattenne con gli altri poeti presenti in accese conversazioni, nei momenti conviviali di quella straordinaria manifestazione, durante la quale si discuteva, come se niente fosse, di poesia e di destino del mondo.
Dopo pochi mesi fu designato dal partito quale rappresentante ufficiale dell’Italia ai funerali di Aragon. Ne fu onorato e ogni volta che ci sentivamo per telefono, mi ringraziava per averlo invitato a Certaldo in quell’occasione, che secondo lui era stata il motivo di quell’incarico.
Nel giugno del 2003 venne a Castelfiorentino a ritirare il premio alla carriera che gli era stato assegnato dalla giuria della quale facevo parte.

Fu un’occasione per scherzare sul fare poesia e sui suoi debiti verso ledonne, alludendo anche all’Associazione Griselda che avevo da poco fondato…
Lesse proprio La ballata delle donne e gliene fui grata.

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.