Rapporti scuola territorio

La nostra cultura si basa su una forte tradizione di netta separazione fra artes serviles e artes liberales.
Mondi separati: culture e logiche diverse, rapporti talvolta non buoni.
Le molte riforme che si sono susseguite non hanno inciso, permane ancora un impianto dualistico, con forte selezione sociale.
Valori diversi: sfera dell’essere (speculazione, ricerca)e sfera dell’avere (risultato, interesse, guadagno).
I valori (momento teorico) diventano criteri in base ai quali si assumono scelte e decisioni (momento prassico).
I valori hanno una funzione ermeneutica (pilotano l’interpretazione dell’esistente) ed euristica (aiutano a procedere con la ricerca-azione).
La crescita dell’istruzione èunacondizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale.
Gli investimenti ne moltiplicherebbero le potenzialità con una reazione per tutta la società a fuoco d’artificio.
Lo sviluppo della ricerca educativa, intesa come elaborazione conoscitiva originale e sistematica va a favore dell’intera comunità.
Necessita l’affermazione di una continuità interna, verticale ed orizzontale.
Continuità interna e verticale che si basa sulla collegialità:

  • Armonia fra valori dichiarati e agiti, scelte educative, scelte curricolari, scelte didattiche e organizzative;
  • armonia fra sistema delle idee, sistema dei valori, sistema delle tecniche, sistema delle relazioni.

Continuità orizzontale: rapporti difficili, ricchezza di esperienze, ma mancanza di ordine.
La scuola non può obbedire al mondo del lavoro, organizzandosi in funzione del mondo del lavoro (numero chiuso), ma non può nemmeno essere indipendente, altrimenti va per conto suo e sforna disoccupati.
Deve essere interagente: la scuola fa il suo mestiere (forma le menti) non scimmiotta altri, ma si mette in contatto.
La scuola di qualità è la scuola che produce pensiero e pensiero attivo che si sostanzia di

  • saperi relazionali
  • saperi di risoluzione dei problemi
  • saperi di democrazia
  • saperi attivi (scuola lavoro in tutti gli ordini).

Necessità di una ridefinizione delle politiche locali: centralità della scuola, investimento prioritario, in cultura, in sapere, in promozione e coesione sociale.
Nuovo ruolo delle scuole nella programmazione territoriale.
Il Titolo V individua precise aree di competenza per le Regioni, occorre pretenderne l’applicazione.
Affermare sempre di più un concetto di politica culturale integrata con enti che trovano convergenze per tessere una tela comune: nella realtà troviamo ricchezza di esperienza, ma con troppe sovrapposizioni, occorre invece procedere insieme e non solamente accanto.
Territorio: composto di tante entità: compagine plurale che deve avviarsi a diventare comunità.
Unità dinamica nello spazio e nel tempo: dove sempre proiettato verso un altrove.
Presenza di molte identità di specialismi identitari che si uniscono alla ricerca del raggiungimento di obiettivi comuni.
Pericoli:

  • derive individualistiche
  • autoreferenzialità
  • parcellizzazione, frantumazione, sovrapposizione
  • non rispetto dei patti
  • protagonismo
  • competizione
  • efficientismo: tutto e subito.

Si tratta di un gioco politico, lungo, sottile e dialettico.
Si tratta di instaurare rapporti collaborativi in attesa di farsi comunità.
Prerequisiti:

  • riconoscimento di altre identità
  • riconoscimento di autorevolezza
  • capacità di ascolto reciproco
  • rispetto intelligente dei propri spazi e compiti
  • senso di responsabilità individuale
  • forte intenzionalità comune
  • impegno politico, sociale e culturale.

Comunità cooperativa caratteristiche:

  • funzionalità tecnica
  • responsabilità
  • intenzionalità comune
  • volontà reale di raccordo
  • volontà e capacità di sintesi dinamiche.

Franco Cambi ci ricorda la metafora dell’orchestra:Tensione permanente rivolta a un prodotto che va oltre l’atto esecutivo.
Caratteristiche: disciplina, controllo, rigore, tensione verso il miglioramento.
Si tratta di costruire un sistema con più autonomia, meno burocrazia, più cultura, più coerenza delle scelte con i valori.
Si tratta di affermare una nuova etica della responsabilità insieme a una nuova etica della comunicazione basata soprattutto sull’ascolto e sul dialogo.
Una sorta di riorientamento della cultura della scuola e del territorio.
Sviluppo della ricerca educativa: elaborazione conoscitiva originale e sistematica, apertura al territorio (non più tutti uguali dalle Alpi alle Piramidi).
Crescita dell’istruzione, condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale, con nuova qualità nei rapporti fra scuola e azienda, scuola e territorio, scuola e società, scuola e cultura.
Ricerca di una comune via democratica per elaborare senso e significato nella complessità.
Non più educazioni con criterio di aggiuntività, non più separazione fra istruzione e formazione, ma curricolo integrato.
Sono le discipline, la loro metodologia i loro strumenti a dover essere ridisegnati.