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Sandra Landi ha conosciuto Alex Subrizi, come nipote dell’artista e amico Giuliano Ghelli. Alex aveva l’intenzione di studiare ritratti di adolescenti e in quel periodo Sandra Landi dirigeva l’Istituto Superiore “Virgilio” di Empoli, così alcuni studenti sono stati protagonisti della sua opera.

Sono pezzi carpiti al vero per dire e non dire.
Allude.
Accenna e sottintende, Subrizi.
Omette di specificare.
Senza enfasi compone frasi intonate, misurate ed eleganti.
Melodie di una musica lieve e profonda, non certo orecchiabile.
Più flatus vocis che sinfonia.
E’ facile: basta prendere un dove e farne un altrove. Non è sempre stata questa la poesia?
Ritrarre un’assenza per alludere a una presenza – e quale presenza: a dir poco ingombrante.
Il potere di chi docet anche quando non docet.
Con quei braccioli sulla cattedra: accoglienti o inquietanti?
Comunque non quietanti.
L’esterno asciutto echeggia l’interno acquoso e trepidante. Si fa interiore.
La ricerca studiata di proporzioni armoniche evoca la disarmonia della crescita e provoca risonanze col noi che siamo e che eravamo.
Verso quel che vorremmo essere?
E’ un modo per andare oltre la banalità della vita, anche sotto il cielo-soffito, troppo illuminato e inquietante di questo mondo.

Sandra Landi per Alex Subrizi